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San Martino in Abruzzo, tradizione e culto

Viaggio tra le feste più curiose in Abruzzo per San Martino

L’11 novembre si festeggia San Martino e, in Abruzzo, questa è una ricorrenza particolarmente sentita.

Tante sono le leggende su San Martino, oltre a quella più conosciuta del Santo di Tours, che donò metà del suo mantello ad un povero infreddolito. Tante sono le feste in questo giorno, ma tutte hanno un comune denominatore: si festeggia con il vino novello, con le castagne e con i prodotti di stagione.

Noi siamo andati nei posti più nascosti dell’Abruzzo, nei paesi più piccoli, che ci hanno riservato delle belle sorprese. Ecco cos’abbiamo scoperto.

Lo sapevate che San Martino è anche detta “festa dei cornuti” a S. Valentino in Abruzzo Citeriore (PE)? San Martino è, in questo paese, il protettore dei mariti traditi. Ciò risale ad una leggenda che vuole la sorella di San Martino sottrarsi allo sguardo del proprio marito e del fratello religioso e commettere adulterio. Sembra che già prima dell’ ‘800, in questo giorno, si svolgessero feste in cui si faceva sfilare il bestiame con le corna per propiziare la fertilità. Ancora oggi la tradizione si rinnova con una processione in cui tutti indossano delle corna. Ma in questo paesino, si porta in processione anche la “Reliquia”, una sorta di simbolo fallico coperto da un velo, accompagnato per le vie del paese dall’ultimo degli sposati dell’anno precedente. Durante il corteo, poi, la “reliquia” viene scoperta e passata in consegna allo sposo più recente.

E se l’11 novembre passate per Casoli (CH) e sentite il rumore di barattoli e ciottoli legati fra di loro con un filo e trascinati per le vie del paese non preoccupatevi, fermatevi e partecipate alla festa. Fatevi consegnare anche a voi “le ciuocchele” (ciottoli appunto) e seguite il corteo. Alla fine ci sarà una bella festa con musiche popolari, castagne e vino per tutti.

Scanno (AQ), il giorno di San Martino, i giovani danno fuoco alle “Glorie”. Si tingono il volto con il carbone e improvvisano canti e balli, inneggiando alla propria contrada intorno ai “palanconi”, alte cataste di legna e sterpaglie costruite nelle alture a cui viene dato fuoco. Una volta bruciato, il palancone viene offerto alla sposa novella che offre vino e dolci a tutti. I falò sono così luminosi e così alti (anche 20 metri) che si vedono anche a distanza.

E lo sapevate che a San Martino potete mangiare anche la pizza con i quattrini? Succede sempre a Scanno dove, proprio perché San Martino è il santo dell’abbondanza, si mangia questa tipica focaccia a base di farina gialla, miele, noci e fichi secchi e che nasconde una monetina al suo interno.

Salle (PE) si mangia, invece, la “pizza di San Martino”. E’ a base di anice ed è accompagnata dal vino novello. Viene preparata dalle famiglie del posto secondo la ricetta di un tempo, a ricalcare un’usanza tradizionale in cui il primo venerdì del mese le famiglie si riunivano per celebrare il primo vino spillato dalle botti e festeggiavano con un grande banchetto.

Infine, avete mai assaggiato il tacchino alla neretese? E ‘ una specialità di Nereto (TE), fatto arrosto ed insaporito con aglio e rosmarino e servito a tutta la popolazione il giorno di San Martino, insieme al vino e alle castagne.

Insomma, in questo nostro viaggio abbiamo imparato che San Martino è il santo dell’abbondanza e della fertilità. Ed ora abbiamo capito anche perché gli abruzzesi dicono “Ce sta lu sante Martino”, quando in una casa non mancano le provviste.

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